Il Master

Descrizione degli obiettivi formativi e finalità del corso

Il Master intende trasferire competenze utili a formare figure professionali in grado di affrontare, coordinare e gestire, in chiave innovativa e interdisciplinare, strategie e progetti integrati di intervento sul patrimonio archeologico, connotato da rapporti complessi tra paesaggio storico, contesti urbani e manufatti architettonici allo stato di rudere.

Il percorso didattico intende, di conseguenza, colmare l’attuale gap, in termini formativi, tra temi connessi all’interpretazione di siti allo stato di rudere, databili tra l’antichità e l’Età moderna, attraverso metodologie di rilievo e interpretazione di tipo archeologico e temi propri del restauro e della progettazione del nuovo per l’architettura storica.

La proposta si connota per unicità, in relazione alle tematiche trattate, nell’intero panorama formativo del Mezzogiorno d’Italia, peninsulare ed insulare, ed è al contempo assolutamente differenziata rispetto ad altri percorsi formativi di terzo livello attivi in altre sedi universitarie italiane per la peculiare attenzione alle relazioni tra conoscenza storico- archeologica/restauro/progetto.

I l percorso formativo mira, inoltre, ad essere riconoscibile e ad accrescere la propria attrattività su figure provenienti dal più ampio contesto mediterraneo ed europeo, con l’obiettivo di fare da volano per la diffusione di un metodo e di best practices anche in contesti culturali e lavorativi sovrannazionali.

 

Mercato del lavoro: competenze innovative e sbocchi professionali

I contenuti proposti mirano a fornire strumenti culturali e operativi per il miglioramento della qualità progettuale ed esecutiva degli interventi in contesti particolarmente ‘sensibili’; ciò attraverso la formazione di un profilo professionale – architetto, ingegnere o archeologo – in grado di interagire e dialogare con ambiti applicativi che appaiono in frequente compresenza nel panorama lavorativo attuale e di sviluppare, in modo aggiornato, interventi per contesti archeologici urbani ed extraurbani di consistenza e datazione diversificata ma connotati, quale fattore accomunante, dall’intreccio tra problematiche proprie dell’architettura e dell’archeologia.

Se in Italia il turismo rappresenta circa il 12% del PIL (IRISS-CNR, XX Rapporto su turismo italiano, 2016), un trend in crescita esponenziale e con forti ricadute in termini occupazionali è costituito da un turismo culturale alimentato dall’interesse per il patrimonio archeologico che, anche nella sua incompletezza, è testimonianza tangibile di civiltà trascorse e di una plurisecolare antropizzazione del territorio.

Tale crescente domanda in termini di conoscenza, conservazione, accessibilità (interna e di contesto) e fruizione vede, quali più evidenti corollari, da un lato il potenziale ampliamento dell’offerta in termini di patrimonio visitabile sul territorio e, dall’altro, la necessità di garantire un insieme di servizi entro e all’intorno dei siti archeologici che ne permettano una fruizione in sicurezza, compatibile con la deperibilità e irriproducibilità dei manufatti storici, innovativa e inclusiva in relazione all’utenza. Rispetto ad un passato prossimo, alle aree archeologiche è sempre più richiesta al presente l’intersezione di più livelli di fruizione che contemplino, accanto alla visita ‘tradizionale’, usi espositivi e performanti in termini artistici, musicali, ecc. con conseguenze ambivalenti: se, difatti, tali sempre più frequenti modalità di valorizzazione portano con sé elevati rischi di impatto ed ‘erosione’ antropica, oltre a quelli di ordine tecnico-impiantistico, al contempo richiedono la progettazione di manufatti, temporanei o permanenti, in stretta coesistenza con l’antico e, dunque, tali da richiedere profili professionali in grado di effettuare valutazioni molto approfondite riguardo alla mutua compatibilità.

Stakeholders di riferimento e, di conseguenza, ambiti occupazionali di tipo pubblico e privato nei quali il diplomato potrà trovare sbocchi lavorativi, in forma stabile o quale consulente, possono individuarsi in:

  • Studi professionali e società di ingegneria-architettura specializzati nell’intervento sul patrimonio culturale;
  • Imprese operanti sul patrimonio architettonico-archeologico;
  • Uffici centrali e periferici del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo preposti alla tutela, alla gestione, alla programmazione di interventi e alla valorizzazione del patrimonio architettonico e archeologico, ivi comprese Segreterie Tecniche deputate alla gestione delle procedure ed elaborazione della progettazione;
  • Parchi archeologici;
  • Enti locali (Regioni e Comuni) per la programmazione e progettazione di interventi in presenza di manufatti e siti archeologici;
  • Aziende specializzate;
  • Centri di ricerca.

In riferimento all’assorbimento in ambito pubblico, in particolare, si rileva un significativo peso, in termini valutativi, assunto dal diploma di Master in concorsi pubblici (ad es., MiBACT 2016) connessi al mercato del lavoro sul patrimonio culturale.

I campi applicativi nei quali il diplomato potrà trovare sbocchi occupazionali saranno connessi, inoltre, alle diffuse e frequenti situazioni caratterizzate dalla necessità di progettazione di nuove infrastrutture in paesaggi stratificati e alla comprensione e mitigazione di fattori di rischio sismico in contesti archeologici.